Il Vecchio

Tace, immobile,

nel suo presente ormai svuotato

di volti e amori che furono.

Urla il suo passato

così pieno di vita, di vissuto,

e riso, e lacrime amare.

 

Niente è più com’era.

E giorni uguali a giorni,

notti uguali a notti,

in fila indiana, in ossequioso silenzio,

lentamente scorrono via, senza voltarsi indietro

a guardarlo una volta ancora.

 

Lui lo sa, ne è cosciente,

non si aspetta più niente,

sente ogni goccia della sua vita

scivolargli, troppo lentamente,

 tra le rughe, tra le dita.

 

Non aspetta più nessuno,

nessuno, ormai, lo aspetta più.

Solo il vento, sottovoce,

si prende gioco di lui,

gli mormora dolci promesse

di meritata quiete

e affollata solitudine.

 

Ed il suo cuore stanco

spesso lo inganna

con dei sussulti di nostalgia

e dolorosi spasmi di rimorso.

Ma sa che un giorno ormai vicino

anche lui lo lascerà,

smetterà di danzare il ritmo frenetico della vita

e andrà via senza rancori,

 senza lasciargli il tempo

di salutare la sua solitudine.

 

Lasciandolo, infine, ritornare all’origine

per chiudere finalmente il cerchio,

saldando il suo debito, per sempre.